Stralcio della zona detta del “Guasto”, nella “Pianta scenografica del territorio urbano di Bologna” del 1724, autore Matteo Borboni BolognaCheCambia Luoghi  Il “Guasto” dei Bentivoglio Un tempo il luogo era parte del vasto e sontuoso palazzo di Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna sino al novembre del 1506 anno della cacciata dalla città della famiglia costretta a cedere il potere al pontefice Giulio II. Fu poi ridotto in macerie dalla furia popolare, istigata dai Marescotti, d’accordo col cardinale legato, nel maggio del 1507. L’attuale Piazza Verdi era la corte padronale confinante da un lato con le stalle dei cavalli da sella, i locali degli armigeri e le botteghe artigiane mentre lo spazio occupato oggi dal Teatro Comunale fino a Via delle Belle Arti fu quello occupato dal grandioso palazzo di Giovanni II. Nessuna traccia resta di quella che fu certamente la costruzione più significativa di Bologna. Il Guasto dei Bentivoglio rimase in abbandono sino a metà del Settecento, quando su buona parte dell’area sorse il Teatro Comunale. Il termine “guasto” che dà il toponimo alla via attuale, veniva usato nel medioevo per intendere un luogo dove giacevano le macerie di una casa demolita durante le lotte cittadine o crollate per un incendio o altro cataclisma. Il "guasto" in un particolare della pianta di Bologna di Matteo Borboni del 1638 Ricostruzione di come si presenterebbe oggi  Piazza Verdi se ci fosse ancora il distrutto Palazzo dei Bentivoglio